27 Novembre 2021
Il logo della Nasa, un esempio eccellente di modernismo e design minimalista.
Il logo della NASA ha una storia interessante e significativa che racconta di donne e uomini impegnati nel raggiungimento di un obiettivo comune. Un logo non è altro che la sintesi massima dei valori e degli intenti di un'azienda, un'ente, un'organizzazione o un prodotto. In questo piccolo segno grafico sono racchiuse tutte le speranze di riconoscibilità di un brand. Cosa sarebbe la Nike senza il suo famoso simbolo? Dove sarebbe la Apple senza la sua mela? Chi conoscerebbe la Coca-Cola senza il suo lettering vintage?
Questi simboli, icone, marchi, restano nell'immaginario collettivo e si posizionano nella memoria sociale di una comunità. Possono proiettare un business verso l'alto o lasciarlo ai blocchi di partenza, definendo a volte il successo o il fallimento di un'azienda.
Ci sono migliaia di loghi famosi e ben disegnati e altrettanti orribili e mal progettati. Ognuno di essi è lo specchio del designer che lo ha prodotto e del rapporto con il proprio cliente. Produrre un marchio di successo non è un'operazione casuale. Tutto nasce da bisogni specifici e da una chiara strategia di azione. Infatti, interi team concorrono alla produzione di un logo e questi piccoli simboli sono il frutto di numerose ricerche e studi. La realizzazione di un logo implica l'uso di diverse discipline e non può prescindere da una profonda e strutturata preparazione tecnica e culturale.
Un tipico esempio di questa bellissima pratica è il logo della NASA, l'agenzia spaziale americana.
Questo marchio ha una storia lunga e interessante. Tutto inizia nel 1959 quando la National Advisory Committee on Aeronautics, conosciuta (NACA) si trasforma in quella che tutti noi conosciamo come NASA, National Aeronautics and Space Administration.
Siamo alla soglia degli anni '60. In Europa il modernismo svizzero compie i primi passi grazie a personaggi del calibro di osef Müller-Brockmann, Bob Noorda e Massimo Vignelli. Il mondo si è risvegliato dalla seconda guerra mondiale e le società occidentali si affacciano al consumismo e al benessere economico. Sono gli anni della guerra fredda che precedono anni di rivoluzione sociale e culturale che coinvolgeranno milioni di giovani individui in buona parte del mondo.
La NASA raccoglie lo spirito dei tempi, l'obiettivo è quello di riuscire a portare l'uomo sulla luna prima della fine del decennio. Spoiler Alert: alla fine ci riusciranno.
Per rappresentare al meglio questi obiettivi si passa a disegnare un nuovo brand per questa neonata agenzia spaziale. Il carattere militare dell'Agenzia si lega a quello istituzionale e scientifico. Nasce così quello che fu definito "meatball", il classico logo NASA con fondo blu. Questo logo derivava direttamente da quello della NACA e ne conservava il DNA in molti aspetti. Lo scopo, comunque, era di produrre qualcosa di più moderno e meno formale che potesse rappresentare meglio l'Agenzia e la sua missione.
Lo sfondo blu con le stelle rimane. A questo viene affiancata l'ala rossa già presente nel precedente marchio, a cui si aggiunge una piccola orbita descritta da un mezzo volante. Infine, al di sopra di questa composizione compaiono le lettere che compongono il nome del brand: NASA. La forma sferica rappresenta un pianeta, lo sfondo blu e le stelle rappresentano l'universo, l'ala rossa è legata all'aeronautica e la piccola astronave ricorda l'obiettivo primario dell'organizzazione.
Il logo era conosciuto con l'appellativo di "insignia", fino al 1975, quando venne denominato "meatball" (polpetta) dopo che fu richiesto a Richard Danne e Bruce Blackburn di ridisegnare in chiave più moderna lo storico logo della NASA.
Il nuovo logo, francamente molto più interessante dal punto di vista della progettazione e della composizione, venne denominato subito "the worm" (il verme). Questo soprannome deriva dal suo aspetto continuativo. Le lettere infatti sembrano descrivere un unico percorso come appunto farebbe un piccolo "worm" muovendosi. Nessun simbolo, nessun segno grafico particolare.
Questo marchio è l'espressione massima del concetto di logotipo. Le lettere sono state disegnate partendo da zero senza usare un font esistente. Alle due "A" viene tolta l'asta orizzontale, probabilmente per simulare la punta di un razzo (Saturn) o per indicare una freccia che punta verso l'alto. Il risultato, comunque, è una composizione moderna ed efficace. Le lettere rosse sono perfettamente coordinate, ben spaziate e riconoscibili. Nessuno sfondo, nessun disegno, solo 4 bellissime lettere rosse.
Modernismo puro.
Ovviamente, come ogni buon marchio, anche questo incontrò resistenze e diffidenza. Del perché accade ne parleremo in un prossimo articolo. Esiste una eloquente conversazione che descrive lo stato d'animo dell'agenzia quando questo nuovo brand venne alla luce. Il colloquio avvenne tra l'amministratore della Nasa Dr.James Fletcher e il suo vice Dr. George Low.
Fletcher: Semplicemente non mi sento a mio agio con queste lettere. Sembra manchi qualcosa.
Low: Si, credo che la linea orizzontale delle A sia stata tolta.
Fletcher: Si e questo mi disturba.
Low: Perché?
Fletcher: (lunga pausa) Solo non credo che valga i nostri soldi.
Qualcosa vi risuona?
Nonostante ciò il logo della NASA divenne il "worm" ed è ancora oggi uno degli esempi già lampanti di come la semplicità sia assolutamente la scelta più difficile da adottare e il risultato più difficile da raggiungere.
17 anni dopo, nonostante questo progetto avesse vinto il prestigioso Award of Design Excellece, l'Agenzia decise comunque di rimpiazzarlo con il vecchio logo. La decisione fu giustificata da politiche interne. Indipendentemente da questa scelta, il logo ancora oggi viene usato per il merchandising e per il materiale pubblicitario della NASA.
Grazie NASA per averci creduto.
Graphic Standard Manual